La cima e la valle di Vesta (area Wilderness)
Uno dei territori più incontaminati del Parco Alto Garda.
Secondo una tradizione secolare il Monte Vesta prenderebbe il nome da un tempietto dedicato al culto pagano di Vesta, una dea della mitologia romana, che si trovava sulla sua sommità.
Ancora oggi, in questa valle raggiungibile solo a piedi o in barca, il paesaggio è incontaminato e una fitta foresta fornisce l’habitat per la fauna selvatica composta da cervi, caprioli e mufloni. Fino agli anni ’50 del secolo scorso il legname copioso ivi presente era sfruttato dai carbonai della Val Vestino per la produzione del carbone vegetale.
Dal 1998 è un’area wilderness, ossia a conservazione protetta e integrale, di proprietà dell’Azienda Regionale delle Foreste (oggi ERSAF) della Regione Lombardia. L’area, non antropizzata, è ricca floristicamente caratterizzata dalla presenza di diverse rarità ed endemismi come il Giglio dorato (Hemerocallis lilio-asphodelus), la Scabiosa vestina, l’Athamantha vestina e l’Euphrasia vestinensis. Tra la fauna invertebrata, invece, è interessante la presenza di un piccolo coleottero troglobio, il Boldoria vestae, endemico delle Val Vestino e della Valle Sabbia che fu classificato per la prima volta nel 1936dall’entomologo Gian Maria Ghidini.